Calcio e scommesse: tutta la verità

23 milioni di euro. Una cifra che nel mondo del calcio attuale sembra essere sinonimo di “bruscolini”. Ma a cosa si riferisce nel nostro caso? Secondo un’informativa del servizio centrale operativo della Polizia, a tanto ammontava un flusso di denaro proveniente da siti web asiatici e indirizzato verso una partita di Serie B, ovvero Padova-Atalanta. Padova-Atalanta, capite?

Si, l’argomento di questo articolo è proprio il calcioscomesse. Spesso negli ultimi anni se n’è sentito parlare, argomento in particolare legato ad alcuni scandali emersi da inchieste di varie procure italiane. Bisogna però fare una premessa: di per sè le scommesse calcistiche non sono illegali: quelle gestite dall’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) sono assolutamente lecite e infatti sono tantissimi i siti di scommesse online, come scommesse.commentierecensioni.com, oltre che i vari siti di bookmaker come Bwin e . Il mercato del circuito legale ammonta a 4,5 miliardi di euro l’anno, con l’Erario che ci guadagna circa il 4%.

Il nodo focale della questione è che ad esse si affiancano le scommesse clandestine, spesso gestite direttamente dalla criminalità organizzata. Secondo fonte Agicos, il mercato delle scommesse sportive illegali ammonterebbe a più di 2,5 miliardi. In sostanza una giocata su due è illegale. E il fenomeno è in aumento.

Ma facciamo qualche passo indietro: quello di cui stiamo parlando è un vero e proprio mondo sommerso che già dagli anni ’80 ha iniziato ad espandersi a macchia d’olio, sia in Italia che in altri paesi europei.

Rimanendo nel nostro paese, proprio in quegli anni scoppiò lo scandalo del Totonero prima e del Totonero bis dopo. Società calcistiche, giocatori e dirigenti: tutti coinvolti in un giro d’affari che innanzitutto andava ad alterare il regolare svolgimento del campionato, dalla massima serie alle categorie inferiori. Il processo sportivo conseguente sentenziò la penalizzazione nei confronti di diverse società e la radiazione di molti giocatori e dirigenti.

Lasciatosi alle spalle quel decennio nefasto, il calcio italiano però dovette fare i conti con un nuovo scandalo nel 2011: passato alla ribalta della cronaca come Scommessopoli, quanto accadde nell’estate di quell’anno fece ritornare indietro di 40 anni tutto il mondo del pallone. Anche qui furono coinvolti giocatori, dirigenti e società praticamente di tutto il calcio italiano, dalla Serie A ai dilettanti (addirittura finì nell’occhio del ciclone il calcio a 5).

Il calcio è anche questo: 40 anni di scommesse, partite truccate e personalità anche molto rilevanti finite nell’occhio del ciclone. Come ad esempio quella di Gianluigi Buffon: il portiere della Juventus fu coinvolto in alcune indagini nel 2006 e nel 2012, ma alla fine ne uscì pulito. Stessa sorte per Paolo Rossi, che venne squalificato per due anni dalla giustizia sportiva, mentre quella ordinaria ribaltò tutto assolvendolo dal reato di truffa aggravata perché all’epoca il reato non sussisteva. Non andò altrettanto bene a Cristiano Doni e Giuseppe Signori, entrambi squalificati per diversi anni.

Fatto questo quadro storiografico sintetico di quanto avvenuto nel corso degli ultimi decenni, cosa rimane a noi appassionati tifosi che ogni domenica andiamo allo stadio o guardiamo le partite da casa con tanto di abbonamenti in entrambi i casi? O ancora, cosa dire a quegli scommettitori “sani” che puntano i propri soldi nelle ricevitorie autorizzate?

Alla fine dei conti, però, non possiamo che continuare ad amare il calcio, che è il vero sport nazionale, e siamo sempre pronti a scommettere che potrà cambiare. In fondo è un amore che dura in eterno quello per la propria squadra di calcio, e siamo sempre pronti a fare km su km per andare a vedere una partita allo stadio, ma non quello della squadra avversaria, bensì il proprio stadio, quello dove ci si sente a casa anche se ci si va una sola volta all’anno.

Le scommesse sono un grande business, questo è vero, ed è proprio per questo che attirano anche i più malintenzionati. Eppure sono un modo per metterci alla prova, per dimostrare a noi stessi e agli altri che di calcio ne capiamo davvero. Un po’ come quando, da piccoli, giocavamo al fantacalcio e sognavamo la vittoria finale per dimostrare ai nostri amici di essere davvero bravi.

Così come anni fa con la schedina, quando i nostri papà dribblavano con la fantasia come se fossero su quel campo di calcio insieme a Baggio e Schillaci, così noi lo facciamo oggi con Icardi e Higuain, e le scommesse legali sono il nostro modo di diventare parte attiva del gioco anche se non siamo fenomeni con il pallone tra i piedi.

Perché abbiamo parlato, prima, delle scommesse illegali? Semplicemente per invitare tutti a conoscere il pericolo, perché con questo tipo di giocate non si vince mai. Meglio andare sul sicuro entrando in un bookmaker autorizzato, oppure visitando uno dei vari siti licenziati AAMS, solo così potremo divertirci davvero, godere di quote eque e continuare a sognare, domenica dopo domenica.